Under the auspices of the Secretary General of the Council of Europe, Ms Marija Pejčinović Burić
Under the auspices of the Secretary General of the Council of Europe, Ms Marija Pejčinović Burić

Redazione

Giovanni Merlo @CRS2018

È passato un anno da quando, proprio in questi giorni, affaticavo questo blog, dubbioso se inviare o meno la richiesta di iscrizione al Corso Robert Schuman.

Giovanni Merlo @CRS2018
Giovanni Merlo @CRS2018

Sono un consulente del lavoro, negli ultimi anni impegnato ad approfondire la materia della difesa tributaria. Ho seguito un percorso che proprio la primavera scorsa mi ha fatto incontrare Roberto Chenal, uno dei docenti che animano questa iniziativa. Mi sembrava che potesse essere un’esperienza fuori dalla mia portata e, solo un’accorata rassicurazione di chi già era stato corsista, mi ha convinto a iscrivermi.

Il risultato, ad un anno di distanza da quel momento di indecisione, è che quel corso è stato e sarà per sempre per me uno spartiacque, un momento determinante che ha segnato un prima e un dopo, un’esperienza che mi ha cambiato (migliorato?) professionalmente e umanamente. Infatti, non potevo immaginare che si potesse, partendo dai fondamenti del diritto romano (è sufficiente inserire ‘ne bis in indem’, ‘nulla poena sine lege’, ‘nemo tenetur se detegere’ nel motore di ricerca HUDOC, per contare innumerevoli sentenze basate su questi principi) arrivare a ottenere quel riconoscimento di giustizia che spesso noi siamo abituati a vedere frustrata dal solo sterile rispetto della legalità.

Grazie al Corso ho scoperto quali implicazioni abbia il domandarsi: “è giusto?”, ma dire “grazie al Corso” è tentare di imbrigliare una miriade di elementi che rendono questa esperienza tanto unica quanto, a mio avviso, necessaria. E il primo di questi elementi sono i docenti, dei quali si può quasi dire che i loro minori pregi siano la grande preparazione e l’altrettanto grande professionalità, pregi ai quali vanno aggiunte la loro passione e la loro disponibilità, grazie alle quali il sapere circola e si accresce nell’intero gruppo. L’ho letto in altri post, l’ho sentito dire prima di viverlo personalmente: quello che resta delle due settimane di immersione nel cuore dello spirito europeo, va al di là delle nozioni apprese. Resta quasi un senso di appartenenza familiare e i colleghi con cui ho condiviso questo percorso, benché lontani in giro per l’Italia, li sento parte della mia vita.

Della formula basata su due settimane di studio, full time, dico poco, anche perché ho letto che quest’anno, la formula sarà leggermente rinnovata. Sottolineo solo che essere a Strasburgo porta diversi vantaggi tra i quali spicca quello di essere nel cuore delle Istituzioni europee, di permettere di godersi lo svago di vivere una bella città storica ma, soprattutto, permette una concentrazione, una convivialità, un costante confronto coi colleghi e coi docenti, che non sarebbero replicabili se qualcuno di noi fosse vicino a casa sua o, peggio, al suo studio professionale.

Cosa mi è rimasto, dal punto di vista professionale? Molto più di quanto immaginassi: pur sapendo che mai mi cimenterò, o mi vorrò cimentare, nel presentare un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ho acquisito una chiave di lettura del rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadino che si riverbera in tutti i campi che abitualmente frequento per lavoro. Dove prima vedevo solo gli ostacoli posti dalla burocrazia, ora vedo l’uomo, il cittadino, le sue legittime istanze per cui propongo, e a volte ottengo, da parte dell’Ente interessato una lettura della norma più civile, meno formale, più giusta, a tutto vantaggio del cliente.

Non aggiungo altro, se non un grazie di cuore a Giovanni Romano e a tutto il gruppo che ha riunito intorno a se: tornerò a trovarvi!